La Natura delle Cose
dal De rerum natura di Lucrezio- regia, coreografia, scene Virgilio Sieni
- collaborazione alla drammaturgia e traduzioni Giorgio Agamben
- con Ramona Caia, Nicola Cisternino, Jacopo Jenna, Csaba Molnar, Daniele Ninarello
- costumi Geraldine Tayar
- musica originale Francesco Giomi
- voce Nada Malanima
- luci Marco Santambrogio e Virgilio Sieni
- strutture gonfiabili Fly In Baloons srl
- maschere animali Chiara Occhini
- prosthesis e consulenza meccanismi, automazioni Giovanna Amoroso e Istvan Zimmermann-Pastikart
- si ringrazia Tempo Reale Firenze
La natura delle cose, la scena come messa a nudo del corpo. Ogni momento è tenue, e il gruppo dei cinque danzatori, inteso come un corpo unico,
procura gesti allo spazio, gesti non rituali, ma una continua liberazione del gesto in un altro.
Lo spettacolo si basa sul poema filosofico-enciclopedico di Lucrezio, De rerum natura. La scelta del testo latino coincide con l’urgenza di
rivolgersi alla natura delle cose, alla loro anima e origine, ponendo la danza come strumento di indagine e come manifesto per una riflessione
sull’oggi.
I danzatori attraversano le tre scene che compongono lo spettacolo dando vita a un compatto quartetto di uomini in costante relazione con una
figura femminile, metamorfica e sempre presente, come la "Venere-dea dell’atto generativo" evocata da Lucrezio all’inizio del poema.
Attraverso una partitura di elementi sottili, dove la luce sembra sostituirsi al corpo e il senso del vuoto all’apparizione di corpi
trasfigurati e galleggianti, si apre uno squarcio su un corpo unico che abita la scena: un corpo che comprende altri corpi, altre forme;
che lancia messaggi di pace e che si rivolge all’ascolto, alla democrazia e alla libertà della tecnica, al senso laico del mistero.
Una complessa macchina fisica che permette a Venere, presenza umana e pupazzo allo stesso tempo, di muoversi in una prolungata sospensione
corporea, per poi discendere lentamente, per gradi, fino a terra.
E’ in questa dimensione che i corpi appaiono ricoperti di simulacri e allo stesso tempo denudati e svelati; si mostrano nel loro atto di
genesi e di costruzione, nel loro formarsi e trasformarsi; così la pelle si espone al vuoto, fondando un tempo che si apre alla sospensione
e affermando decisamente, con Lucrezio, che "nulla nasce dal nulla".
Per la creazione di questo lavoro Virgilio Sieni si è avvalso di importanti collaborazioni: il noto filosofo Giorgio Agamben ha contribuito
al concept dello spettacolo e all’elaborazione della drammaturgia a partire dal testo di Lucrezio, il compositore Francesco Giomi ha creato
la musica originale, la cantante Nada ha effettuato la registrazione del testo di Lucrezio.
Produzione 2008
prima assoluta: 22 novembre, Prato, Teatro Fabbricone
- Teatro Metastasio - Stabile della Toscana
- Compagnia Virgilio Sieni
- collaborazione alla produzione
- Torinodanza, CANGO Cantieri Goldonetta Firenze
- la Compagnia è sostenuta da
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Regione Toscana
- Comune di Firenze − Assessorato alla Cultura
- Comune di Siena − Assessorato alla Cultura