De Anima


  • Regia, coreografia, scene, costumi Virgilio Sieni
  • Interpretazione e collaborazione Ramona Caia, Giulia Mureddu, Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Andrea Rampazzo, Davide Valrosso
  • Musiche J.S. Bach
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  • Sartoria Emma Ontanetti
  • Elaborazione costumi Giulia Bonaldi
  • Cappelli Antonio Gatto
  • Elementi scenici Chiara Occhini
  • Luci Davide Cavandoli
  • Allestimento Viviana Rella

Le danze sono come una raccolta di appunti.
Arrivano dal buio, dal fondo, vicine.

Danzano sempre nel loro essere attratti l'uno dall'altro.
Entrano a folate, sembrano gruppi di famiglie, giochi di amici, esistenze lasciate e poi cullate: il tutto si sostiene tra corpi che cedono.
Folate che fanno emergere una raccolta di quadri: tutti appunti, margini, pieghe sull'anima.
Ogni quadro, come dei brevi racconti, cerca di esporre dei quesiti sul filo della narrazione: sono danze composte di accelerazioni, declinazioni e sospensioni verso l'attesa.
Figure compassionevoli che rimandano lontanamente ai saltimbanchi, giocolieri e arlecchini di Picasso.
Figure che sembrano evaporare dall’acqua, dall’umido.
In questo arrivare dal fondo, nel presentarsi in scena, si cerca di esporre un ciclo di figure ai bordi di stanze immerse nella penombra dove il realismo si scioglie nella caduta continua nelle forme dell'anima.
Stanze del vivere in quanto sempre in attesa dell'altro.
L'anima come forma del vivente (Aristotele) apre a squarci dell'umano.
In questo contesto emergono le figure dello spettacolo, apparentemente malinconiche. Un'oscurità profonda, un'instabilità umana che nutre, in questo caso, il sorriso e l'ingegno originario dei danzatori.
La tattilità agita come sostanza trasparente è la vera origine di ogni quadro, pensando alla luce del gesto sempre procurata dal calore delle rotazioni.
Ogni danza è anche pensata secondo alcune indicazioni tratte dal De anima di Aristotele sui "sensibili comuni" a più sensi, il movimento, la quiete, il numero, la figura, la grandezza, che ci avvolgono in una ampia consapevolezza nei confronti degli altri corpi; così come il medium di ogni senso, quel canale che ci lega organicamente al flusso denso dell'invisibile.
E infine, chi sono questi giovani dal viso pallido che arrivano dal fondo, declinati con forza e abbandono al gesto della danza, e che noi incontriamo lungo il sentiero impervio della quotidianità? Senza volerlo ci indicano il tempo racchiuso nelle particelle di movimento che formano la figura fragile del passaggio nel trasparente del bosco: come boscaioli vedono nella fitta selva i sentieri erranti che edificano il corpo nel suo evaporare al gioco fanciullesco della maturità.

Virgilio Sieni

Produzione 2012

Prima assoluta: 8 giugno 2012, La Biennale, Festival Internazionale di danza contemporanea, Venezia

  • La Biennale di Venezia
  • Compagnia Virgilio Sieni
  • La Compagnia è sostenuta da
  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
  • Regione Toscana
  • Comune di Firenze


immagine dallo spettacolo
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